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Con la recente sentenza n. 2672 del 30/03/2021, il Consiglio di Stato ha confermato il pronunciamento del TAR Lombardia, che nel 2019 aveva ritenuto impropri alcuni criteri di costruzione degli indicatori di qualità tecnica del servizio idrico integrato (S.I.I.) relativi alle perdite idriche lineari (M1a, per un'incongrua valutazione dell'incidenza degli allacci nella formula di calcolo) e alla qualità dell'acqua erogata (M3b e M3c, per l'inclusione nei relativi parametri dei ricampionamenti di controllo della non conformità). L'indicatore M1a concorre all'individuazione dei cluster di efficientamento dei costi operativi endogeni dei gestori nell'ambito del vigente metodo tariffario (MTI-3). Il Consiglio di Stato conferma che “le modalità di calcolo del parametro relativo alle perdite idriche non permettano di ottenere un risultato significativo rispetto a tale parametro, nel momento in cui si pongono a confronto le perdite complessive registrate, incluse quelle che si verificano negli allacci, con una dimensione della rete che non considera gli allacci”. Il fatto che la lunghezza degli allacci sia stimata con elevato grado di incertezza non cambia i termini della questione, trattandosi “di un mero impedimento pratico legato alla misurabilità degli allacci, al quale l'Autorità, nell'ambito della discrezionalità che gli è propria, può ovviare”. Infine, osserva il Consiglio di Stato, ha ragione Publiacqua nel sostenere che l'indicatore M1a “non possiede caratteristiche di equità tali da renderlo adatto al confronto delle performance tra sistemi diversi, in quanto non prende in considerazione alcuni elementi fondamentali a questo scopo, come la quantità e la lunghezza degli allacci”. La sentenza del Consiglio di Stato riporta all'attenzione il tema degli indicatori per il confronto delle performance dei gestori idrici italiani e per la valutazione del miglioramento nel tempo. Quanto ribadito dalla sentenza sulla non equità dell'indicatore M1a, è in linea con:  le indicazioni delle best practice Europee "EU Reference document Good Practices on Leakage Management WFD CIS WG PoM" pubblicate nel 2015, frutto del lavoro dei diversi stati membri, che sconsigliano l'uso dell'indicatore M1a per il confronto delle performance tra sistemi idrici diversi (link);  la recente direttiva del Parlamento Europeo 2020/184 del 16 Dicembre 2020 ("DIRECTIVE (EU) 2020/2184 of the European Parliament and of the Council of 16 December 2020 on the quality of water intended for human consumption") che prevede che gli Stati membri provvedano ad una valutazione dei livelli di perdita idrica nel loro territorio e del potenziale di miglioramento nella riduzione delle perdite idriche, utilizzando il metodo di classificazione dell'indice di perdita infrastrutturale (ILI) o un altro metodo adeguato (link). http://www.accadueo.com/nqcontent.cfm?a_id=10948

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La nuova direttiva sulla qualità delle acque potabili, approvata dal Parlamento Europeo il 16 dicembre 2020 ed è entrata in vigore il 12 gennaio 2021, introduce una serie di novità, tra cui l’aggiornamento degli standard qualitativi per le acque potabili, ponendo limiti più severi per i contaminanti già regolati ed inserendo standard per nuove sostanze inquinanti. Sulla base dell’aggiornamento delle Linee Guida in materia di acqua potabile dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, la Direttiva 2020/2184/UE introduce limiti per una serie di inquinanti cosiddetti ‘emergenti’, tra cui una famiglia di composti di forte interesse sanitario e pubblico: i PFAS. I limiti introdotti riguardano nello specifico due parametri: PFAS totali (limite di 0,5 g/L) e somma di PFAS (limite di 0,1 g/L). Il tema PFAS non è nuovo in Italia, a causa delle note vicende legate alla contaminazione, di origine industriale, delle sorgenti d’acqua potabile in una vasta zona del Veneto, in cui era già in vigore una normativa regionale con limiti differenti e più restrittivi. La sensibilità dell’opinione pubblica e dei gestori verso questa classe d’inquinanti è stata confermata da un’indagine di Utilitalia (link), che ha mostrato come il 65% di un campione di gestori interpellati (corrispondente al 41% della popolazione italiana servita) sia già in possesso di dati sulla presenza di questi inquinanti nei sistemi idrici da loro gestiti. A causa di vicende analoghe a quelle del Veneto, il tema PFAS nelle acque potabili è da tempo al centro del dibattito anche negli Stati Uniti. Alla fine di febbraio 2021, La US-EPA ha annunciato due importanti azioni relative ai PFAS all’interno del Safe Drinking Water Act (link): in primo luogo, sono state stabilite le Final Regulatory Determinations per PFOA e PFOS, che rappresentano l'ultimo passo prima della regolamentazione, a livello nazionale, di questi due tipi di PFAS nell'acqua potabile. L’iter normativo dovrebbe compiersi entro la fine del 2021 e l’EPA non esclude che altri tipi di PFAS siano presi in considerazione. L’altra azione riguarda l’introduzione della Fifth Unregulated Contaminant Monitoring Rule (UCMR 5), che richiede ai sistemi idrici di una certa dimensione di raccogliere e analizzare campioni per ricercare 30 sostanze in un periodo di 12 mesi; 29 delle 30 sostanze appartengono alla famiglia dei PFAS. Questa regola non avrà un impatto solo sui gestori del servizio idrico, ma riguarderà aziende e industrie che possono avere un impatto indiretto sulle acque potabili. Secondo la UCMR 5, il superamento dei limiti per i PFAS attiverà controlli sulle pratiche ambientali di imprese che: (1) scaricano effluenti in fonti d'acqua potabile; (2) inviano rifiuti in discariche i cui percolati possono contaminare le fonti d'acqua potabile; (3) hanno proprietà adiacenti o in prossimità di fonti d'acqua potabile. http://www.accadueo.com/nqcontent.cfm?a_id=10947

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La presenza e possibile persistenza del SARS-CoV-2 nelle acque reflue e nel ciclo idrico integrato ha destato molte preoccupazioni relative agli impatti sulla salute umana. Fino ad ora, tuttavia, non c’è stata nessuna evidenza di trasmissione attraverso il contatto con le acque reflue e nessun rilevamento del virus nella sua forma infettiva nei reflui civili. Recentemente sono state pubblicate alcune revisioni delle ricerche svolte nell’ultimo anno circa la persistenza e infettività di SARS-CoV-2 nelle acque reflue e nelle reti fognarie (Giacobbo et al., 2021; Langone et al., 2020). Aldilà delle preoccupazioni sui possibili rischi sanitari, il rilevamento della presenza del virus nelle acque reflue e lungo le reti idriche può rappresentare un formidabile strumento di monitoraggio e prevenzione dei contagi. Gli strumenti di Wastewater-Based Epidemiology sono stati applicati al monitoraggio di SARS-CoV-2 già a marzo 2020 nei Paesi Bassi, dove hanno mostrato l’opportunità di sfruttare il rilevamento del virus nelle acque reflue civili per monitorarne la circolazione nella popolazione e come strumento di early warning (Medema et al., 2020). Nell’ultimo anno, in tutto il mondo sono state avviate campagne di campionamento/analisi delle acque reflue e i casi studio di maggiore successo (come nei Paesi Bassi, in Spagna, o negli Stati Uniti) hanno mostrato come sia possibile rilevare aumenti dei contagi giorni prima che questi siano identificati coi tamponi, individuare aree ad alto rischio, o monitorare la diffusione delle varianti. Uno degli episodi più rilevanti, sebbene relativo ad una piccola scala, è avvenuto la scorsa estate: in vista della ripresa dell’anno accademico, l’Università dell’Arizona ha svolto oltre 10.000 test sierologici ai propri studenti e lavoratori e ha avviato una campagna di monitoraggio della presenza di Sars-Cov-2 nelle reti fognarie dei propri campus. Appena risultati positivi alcuni campioni di acque reflue in un dormitorio, sono stati quindi svolti i tamponi a 311 persone, individuando 2 positivi asintomatici, prevenendo così la nascita di un focolaio (link). Come parte del piano "HERA Incubator”, il 17 Marzo 2021 la Commissione Europea ha adottato una Raccomandazione sul monitoraggio del COVID-19 e delle sue varianti nelle acque reflue nell'UE (link). L'obiettivo è promuovere un uso maggiore di questa fonte di informazioni sulla diffusione del virus e delle sue varianti, che darà un contributo significativo ed efficace, anche in termini di costi, ai processi decisionali in tema di salute pubblica. Il documento chiede agli Stati membri di mettere in atto sistemi di sorveglianza delle acque reflue e di garantire che i dati siano prontamente forniti alle autorità sanitarie competenti. Metodi comuni per il campionamento, la misurazione e l'analisi dei dati, supportati da una piattaforma di scambio europea, dovrebbero essere resi disponibili e utilizzati per garantire che i dati raccolti siano affidabili e comparabili. L’obiettivo è anche sostenere la condivisione delle migliori pratiche tra gli Stati membri, così come con paesi terzi che potrebbero non avere facilmente accesso a tali dati. La Commissione fornirà assistenza finanziaria per sostenere le attività di sorveglianza delle acque reflue e l'analisi sistematica delle varianti, nonché per creare una piattaforma di scambio europea dedicata. Ulteriori informazioni e collegamenti su questo argomento, disponibili su: Wastewater — Water Action Platform http://www.accadueo.com/nqcontent.cfm?a_id=10946

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Il 19 aprile si è tenuta una riunione aperta tra: - ANPCI; - Comuni che gestiscono direttamente il servizio idrico; - Osservatorio Gocce d’Acqua. Hanno partecipato circa 75 comuni che gestiscono il servizio idrico direttamente. Tutti hanno sottolineato l'eccessiva complessità di molte disposizioni regolatorie dell'Autorità nazionale competente in materia (dal 2012 Arera) e la obiettiva inapplicabilità di altre. Nel corso dell'incontro sono stati condivisi i seguenti obiettivi: 1-Incontro con il Collegio Arera; 2-Richiesta di partecipazione dell’ANPCI al sottogruppo Idrico all’interno dell’Osservatorio Arera; 3-Istituzione di un Tavolo tecnico Anpci, Gocce d’acqua, Rappresentanti Comuni per analizzare approfondire specifici temi regolatori e proporre semplificazioni ad Arera; 4-Incontro con Capi Gruppo Parlamentari per migliorare l'art. 147 del D.Lgs 152/2006 ed il riconoscimento normativo di una regolazione semplificata per i piccoli comuni gestori idrici. http://www.goccedacqua.it

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“Water Economy 2043: finanziamenti innovativi per il settore idrico” è l’evento promosso da Padania Acque, con il patrocinio di Utilitalia e Water Alliance, rivolto al mondo delle aziende di pubblica utilità e agli stakeholder del settore, con lo scopo di presentare le operazioni finanziarie di ultima generazione, come quella recentemente conclusa dal Gestore unico dell’idrico cremonese. Un maxifinanziamento da 134,5 milioni di euro fully amortizing loan, che non prevede il ricorso a garanzie da parte dei Soci, sottoscritto con un pool di otto banche: Intesa Sanpaolo, UBI Banca, Banco BPM, Crédit AgricoleCariparma, MPS Capital Services Banca per le Imprese, Credito Padano Banca di Credito Cooperativo, Credito Valtellinese e Cassa di Risparmio di Bolzano-Sparkasse. L’evento è stato trasmesso lunedì 10 maggio. Tanti i temi che sono stati affrontati: una panoramica dell’idrico italiano con un focus dedicato alla capacità delle imprese di fare sistema, alla solidità delle aziende (PIL e occupazione), collocando il lavoro quotidiano svolto dai gestori del Servizio Idrico Integrato nell’ambito degli obiettivi europei e dell’Agenda ONU. L’alleanza dell’acqua della Lombardia, modello di riferimento a livello nazionale ed europeo nella gestione efficiente delle acque, basata sul forte legame territoriale e la condivisione dei progetti di ricerca, delle migliori pratiche aziendali e degli obiettivi di sostenibilità ambientale. L’evento è stato un’occasione per scoprire il lavoro svolto in sinergia da tutte le parti coinvolte che ha permesso al Piano di Padania Acque di essere finanziato, tra i primi in Italia, nell’ambito della nuova regolazione tariffaria MTI-3, ovvero secondo il metodo tariffario recentemente aggiornato per il quadriennio 2020-2023 da ARERA, l’Autorità di Regolazione per l’Energia le Reti e l’Ambiente. Un unicum senza precedenti nel settore idrico italiano, con particolare riferimento alla durata ma anche per le caratteristiche strutturali del finanziamento, che si configura quale progetto su misura, pensato e costruito sulle esigenze di Padania Acque e del territorio cremonese.  E’ possibile rivedere l’evento al seguente link Il comunicato stampa qui Fonte: Utilitalia

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L'ISTAT, in occasione della Giornata mondiale dell'acqua, ha fornito un focus tematico multi-fonte che propone risultati provenienti da diverse indagini, elaborazioni e analisi, offrendo una lettura integrata del fenomeno con riferimento agli aspetti legati sia al territorio sia alla popolazione. Nel 2018, non sono collegati al servizio pubblico di depurazione 18 milioni di residenti. Le perdite idriche in distribuzione sono in costante aumento (42,0% nel 2018). Nel 2020 una quota pari all’87,4% delle famiglie è molto o abbastanza soddisfatta del servizio idrico. In 9 comuni capoluogo di provincia/città metropolitana, tutti nel Mezzogiorno, sono adottate nel 2019 misure di razionamento nella distribuzione dell’acqua. Nel 2020 il 67,4% di persone di 14 anni e più è attenta a non sprecare acqua. https://www.istat.it/it/archivio/255596 Testo integrale e nota metodologica

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L’iniziativa H2O Utilities Forum che si è svolta il 20 maggio ha tracciato i trend di un comparto quanto mai vivo e pronto per un deciso salto nel futuro. L’acqua protagonista del webinar, il bene primario da gestire con sempre maggior cura; con visione, regole adeguate, innovazione nell’approccio come nei processi e nelle tecnologie. Per questo saranno chiamati a confrontarsi una serie di esperti di primo piano, che porteranno competenze ma pure punti di vista originali, al servizio di istituzioni e regolatori che sono chiamati oggi – a fronte delle ingenti risorse in arrivo col Recovery Fund – a organizzare un sistema capace di progettualità e qualità nelle proposte. Sarà proprio la messa in rete di iniziative solide a porre le condizioni per non perdere niente dei finanziamenti stanziati per il settore idrico di cui il Paese potrà disporre. E l’evento del 20 maggio – quest’anno nuovamente in edizione full digital – è stato un importante momento di confronto per sensibilizzare gli stakeholder ad azioni concertate . Gli esperti che si sono alternati hanno tutto lo standing per portare valore e testimoniare ancora una volta quanta ricchezza e competenze questa community esprima; testimonial sempre più al servizio di interessi generali, collettivi, utili ai cittadini e allo sviluppo delle imprese. http://energiamedia.it/investimenti-innovazione-e-regolazione-per-una-filiera-industriale-semprepiu-avanzata-utilities-forum/

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La nuova Direttiva europea sulla qualità delle acque potabili: aggiornamento dei parametri esistenti e nuovi parametri. di Renato Drusiani, Marco Gatta, Tania Tellini La nuova direttiva sulla qualità delle acque potabili è stata approvata dal Parlamento Europeo il 16 dicembre 2020 ed è entrata in vigore il 12 gennaio 2021 a seguito della pubblicazione2 . Si tratta dell’aggiornamento, mediante abrogazione e rifusione della direttiva 98/83/Ce3 concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano che in Italia era stata recepita dal D.Lgs 31/2001. L’obiettivo della nuova direttiva, già presente nella direttiva del 1998, è la tutela della salute umana dagli effetti negativi derivanti dalla contaminazione delle acque destinate al consumo umano. Questo viene rafforzato non solo rivedendo i parametri esistenti ed i loro valori ma anche attraverso l’armonizzazione degli standard relativi ai materiali a contatto con l'acqua potabile nonché l’introduzione di un approccio basato sul rischio. La direttiva si inserisce nell’ambito degli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) dell’Agenda ONU 2030, in particolare costituisce un impegno assunto verso l’obiettivo n.6 “Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie” ed è la prima legislazione europea che viene adottata in seguito ad un’Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE), lo strumento di democrazia partecipativa dell’UE, denominata “Right2Water”.... Scarica il documento

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Sono state pubblicate sul sito Arera le recenti approvazioni degli specifici schemi regolatori, recanti le predisposizioni tariffarie per il periodo 2020-2023: 1) Delibera 30 marzo 2021 n. 139/2021/R/idr: approvazione predisposizioni tariffarie per il periodo 2020-2023, proposti dall'AUSIR per i gestori AcegasApsAmga S.p.A. e  Acquedotto del Carso S.p.A. https://www.arera.it/it/docs/21/139-21.htm TESTO Testo in formato PDF ALLEGATI Allegato A Allegato B 2) Delibera 6 aprile 2021 n. 143/2021/R/idr: approvazione dello schema regolatorio per il periodo 2020-2023, proposto dall’Agenzia Territoriale dell’Emilia-Romagna per i Servizi Idrici e Rifiuti per il gestore IRETI S.p.A. (operante nel sub ambito – Reggio Emilia) https://www.arera.it/it/docs/21/143-21.htm3) Delibera 6 aprile 2021 n. 144/2021/R/idr: approvazione dello schema regolatorio per il periodo 2020-2023, proposto dall’Agenzia Territoriale dell’Emilia-Romagna per i Servizi Idrici e Rifiuti per il gestore HERA S.p.A. (operante nel sub ambito – Modena) https://www.arera.it/it/docs/21/144-21.htm  4) Delibera 13 aprile 2021 n. 151/2021/R/idr: approvazione dello schema regolatorio per il periodo 2020-2023, proposto dall’Autorità Unica per i Servizi Idrici e i Rifiuti per il gestore Hydrogea S.p.A. https://www.arera.it/it/docs/21/151-21.htm  5) Delibera 20 aprile 2021 n. 163/2021/R/idr: approvazione dello schema regolatorio per il periodo 2020-2023, proposto dall’Autorità Unica per i Servizi Idrici e i Rifiuti per il gestore Livenza Tagliamento Acque S.p.A. https://www.arera.it/it/docs/21/163-21.htm

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Sono state pubblicate sul sito Arera le recenti approvazioni degli specifici schemi regolatori, recanti le predisposizioni tariffarie per il periodo 2020-2023: 1) Delibera 2 marzo 2021 n. 84/2021/R/idr: approvazione predisposizioni tariffarie per il periodo 2020-2023, proposto dall'Autorità Idrica Toscana per il gestore Acquedotto del Fiora S.p.A. https://www.arera.it/it/docs/21/084-21.htm 9 2) Delibera 2 marzo 2021 n. 85/2021/R/idr: approvazione dello schema regolatorio per il periodo 2020-2023, proposto dall'AATO 2 Marche - Centro Ancona per il gestore Viva Servizi S.p.A. https://www.arera.it/it/docs/21/085-21.htm 10 3) Delibera 9 marzo 2021 n. 100/2021/R/idr: approvazione dello schema regolatorio per il periodo 2020-2023, proposto dall'Ufficio d'Ambito della Provincia di Pavia per il gestore Pavia Acque S.c.a.r.l. https://www.arera.it/it/docs/21/100-21.htm 11 4) Delibera 9 marzo 2021 n. 101/2021/R/idr: approvazione dello schema regolatorio per il periodo 2020-2023, proposto dall'Autorità Unica per i Servizi Idrici e i Rifiuti per il gestore IRISACQUA S.r.l. https://www.arera.it/it/docs/21/101-21.htm 12 5) Delibera 23 marzo 2021 n. 120/2021/R/idr: approvazione dello schema regolatorio per il periodo 2020-2023, proposto dall'Agenzia Territoriale dell'Emilia-Romagna per i Servizi Idrici e Rifiuti per il gestore HERA S.p.A. (operante nel sub ambito - Bologna). https://www.arera.it/it/docs/21/120-21.htm 13

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L'Università di Udine, con la collaborazione dei gestori del SII friulani, ha organizzato per il biennio 2020-2021 un Master in Innovazione tecnologica e management del ciclo idrico integrato. Il Master, ormai alle ultime battute, ha pienamente raggiunto i propri obiettivi, fornendo un'alta specializzazione ad oltre 30 discenti, i quali saranno in grado di:  Affrontare e risolvere le problematiche quali-quantitative del CII con strumenti moderni;  Produrre dimensionamenti e simulazioni delle varie parti del CII;  Introdurre le nuove prospettive di monitoraggio, controllo delle tossicità residuali e igienico sanitarie del CII;  Determinare un nuovo approccio al management del CII mediante una nuova visione del SII;  Conoscere, riprendere e discutere la legislazione relativa al CII, su basi territoriali negli aspetti critici e in visione prospettica. Pubblichiamo le slides del modulo didattico presentato dall'ing. Battiston (direttore CAFC spa) dal titolo "La Regolazione del Servizio Idrico Integrato: Modelli organizzativi" https://www.uniud.it/it/didattica/formazione-post-laurea/master/alta-formazione/area-scientificotecnologica/acqua

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ARERA ha pubblicato il documento nel quale ha formulato le proprie considerazioni e proposte in ordine al Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), approvato nel corso della riunione del Consiglio dei Ministri del 12 gennaio scorso e ora all'esame, in sede consultiva, del Parlamento alle Commissioni 10a Industria, commercio, turismo, 5a Bilancio e 14a Politiche dell'Unione europea del Senato della Repubblica. Il citato PNRR descrive gli obiettivi strategici e le linee di intervento che l'Italia intende adottare ai fini dell'utilizzo delle risorse messe a disposizione nell'ambito del programma Next Generation EU, che garantirà al nostro Paese risorse aggiuntive per circa 224 miliardi di euro (nell'arco di sei anni), con l'obiettivo di favorire la ripresa e di limitare i negativi effetti economici e sociali determinatisi a seguito dell'emergenza epidemiologica da Covid-19. La  presente memoria si concentrerà sui temi maggiormente afferenti alle competenze di questa Autorità, che fanno riferimento ad alcune delle componenti della Missione 2, denominata "Rivoluzione verde e transizione ecologica", che riguarda i grandi temi dell'economia circolare e della transizione energetica, in funzione degli obiettivi del Green Deal (riduzione delle emissioni climalteranti del 55% al 2030 e raggiungimento della neutralità climatica al 2030). Si fa riferimento, in particolare, alla componente "Impresa/Agricoltura verde ed economia circolare", quella indicata come "Energia rinnovabile, idrogeno e mobilità sostenibile", e infine a quella definita "Tutela del territorio e risorsa idrica". https://www.arera.it/it/docs/21/086-21.htm