Valutazione attuale: 0 / 5

Stella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattiva
 

Nel nuovo Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese, spazio anche al tema  Risorse idriche e gli effetti di una cronica debolezza infrastrutturale. I dati riguardanti la gestione delle risorse idriche per uso civile rilanciano l'allarme su un settore che, mentre cerca di migliorare la propria efficienza gestionale, continua a operare in un contesto di obsolescenza delle infrastrutture di base. Le perdite delle reti acquedottistiche tra il 2008 e il 2012 sono aumentate ulteriormente, passando dal 32,1% al 37,4%. In pratica, rispetto alla totalità dell'acqua che viene immessa in rete, più di un terzo sparisce, non viene consumata né fatturata, non arrivando all'utente finale. Il dato sulle perdite di rete ci caratterizza come una vera e propria anomalia tra i grandi Paesi europei: queste sono infatti pari al 6,5% in Germania, al 15,5% in Inghilterra e Galles, al 20,9% in Francia. Per recuperare il terreno perduto, rimettendo a posto reti acquedottistiche colabrodo e realizzando finalmente reti fognarie e impianti di depurazione delle acque reflue adeguati, servono investimenti rilevanti. Anche da questo punto di vista il confronto con l'Europa più avanzata è preoccupante: in Italia si investe ogni anno l'equivalente di 30 euro ad abitante, in Germania 80, in Francia 90 e nel Regno Unito addirittura 100 euro.

http://www.censis.it/7?shadow_comunicato_stampa=120993