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Segnaliamo l'accattivante analisi di Alberto Pierobon pubblicata su Lexambiente.it dal titolo "E' vero, ma non ci credo!".

L'articolo completo è disponibile a questo link: http://lexambiente.it/ambiente-in-genere/188-dottrina188/11146-2014-12-14-18-00-01.html

A seguire l'abstract:

"Le note vicende campane su certi feroci e perduranti fenomeni di inquinamento (acqua, rifiuti, etc.), connessi a voraci criminali spesso collusi con le istituzioni), echeggiano ultimamente nei mass media e si prestano a una nostra, prima, ricostruzione tematica.

Pur partendo da documenti e dati resi disponibili da molte fonti, abbiamo evitato di aderire alla lettura secondo la quale colpevoli sono coloro che abitano quei territori, asserendo implicitamente una loro supina collusione.

Abbiamo evitato di seguire la comoda e strumentale spiegazione che si rifà a certi criteri di causalità. Infatti, a noi pare non sia possibile affrontare questa complessa tematica senza soffermarsi sugli intrecci criminali e sulle loro tecniche e pure sulle loro storie!

E’ necessario, infatti, adottare una lettura meno folkloristica e banale: di qui la contestualizzazione e il soffermarsi su questi fenomeni nel loro sfondo storico-sociale, evitando di incagliarsi nei soliti pregiudizi, con conseguenti sillogismi come si vorrebbe usualmente propinare.

Ecco che certe problematiche possono assumere una diversa prospettiva e densità, soprattutto ove siano svolte fuori dalle corti e dalle narrazioni-cliché che vanno per la maggiore. Il che ci consente di allargare la visione e di analizzare meglio le casistiche, non rimanendo confinati in quel solo territorio, né chiudendosi in quei soli contesti o soggetti criminali, come “tradizionalmente” intesi..

Infatti, ove si abbia il coraggio di guardare le cose per come sono, fuori dai soliti luoghi comuni e dai discorsi stereotipati, si potrà riscontrare una obiettiva diffusione di questi fenomeni, sempre più al Nord d’Italia2: il che ci fa meglio comprenderne la continuità, la complessità, la potenza e la difficoltà a individuarli, interpretarli e, financo, ad estirparli con le consuete categorie.

Per evitare una semplice, sommaria ricostruzione a collage, abbiamo cercato di superare certe reticenze (rectius, prudenze), punteggiando lo scritto con alcune notazioni derivanti dalla nostra diretta esperienza, sperando che siano utili a “svegliare” la maggioranza per così dire “insensibile”,anche degli addetti ai lavori dei controllori delle forze di polizia, che gravemente trascurano questi fenomeni riducendoli appunto a conati locali o al portato di specificità.

Purtroppo, per comprensibili motivi, non abbiamo parlato in modo più verace, peraltro considerando la selva di contromisure (non solo giuridiche) che spesso vengono azionate per imbavagliare o attenuare le voci critiche. Confidiamo però che già in questa seppur sommaria e modesta rappresentazione non pochi lettori potranno trovare utili spunti di riflessione, se non motivazioni, per un approccio diverso ai temi ambientali e non, che bloccano il nostro Paese fino ad affossarlo."